Senza ossigeno per 18 minuti: il record dei ratti nudi
Quelle senza pelo resistono in condizioni che potrebbero facilmente uccidere un uomo in pochi minuti: ci riescono "prendendo in prestito" una strategia metabolica tipica delle piante.
Era già noto per l'incredibile resistenza al dolore e perché non si ammala quasi mai di cancro, ma ora l'eterocefalo glabro o talpa senza pelo (Heterocephalus glaber) ha aggiunto alla lista dei suoi superpoteri la capacità di sopravvivere con pochissimo ossigeno, o addirittura senza, per quantità impressionanti di tempo. Secondo uno studio appena pubblicato su Science, ci riesce sfruttando un trucco metabolico tipico delle piante. HIGHLANDER. Un gruppo di scienziati dell'università dell'Illinois a Chicago ha testato la resistenza di questi roditori in varie situazioni. Prima gli animali sono stati lasciati in stanze con solo il 5% di ossigeno, meno di un quarto di quello normalmente presente nell'aria. Queste condizioni ucciderebbero un topo in 15 minuti (e nemmeno l'uomo sopravvivrebbe). Dopo 5 ore, le talpe non mostravano ancora alcun segno di cedimento. 18 curiosità animali al limite dell'assurdo COME NUOVI. A questo punto i mammiferi sono stati messi in stanze con puro azoto, senza ossigeno: nello stesso ambiente, un uomo perderebbe i sensi dopo uno o due respiri, e morirebbe in 10 minuti. Gli eterocefali sono sopravvissuti tutti per almeno 18 minuti: dopo qualche minuto hanno smesso di respirare ma il loro cuore ha continuato a battere, ed è bastato ripristinare le condizioni normali perché recuperassero del tutto. COME FANNO? Questi roditori sono abituati ad ammassarsi in grandi quantità in cunicoli sotterranei molto stretti, in carenza di ossigeno. Hanno un metabolismo molto lento e bruciano pochissima energia per riscaldarsi: mantengono una temperatura corporea simile a quella del loro habitat, attorno ai 30 gradi °C. CARBURANTE ALTERNATIVO. Ma, soprattutto, hanno adottato un astuto trucco del metabolismo degli zuccheri tipico del mondo vegetale. L'uomo e gli altri mammiferi generano energia bruciando glucosio, in un complesso processo noto come glicolisi, che avviene in presenza di ossigeno. In carenza di ossigeno, la produzione energetica diviene sempre più difficile fino a cessare del tutto, e l'accumulo di sottoprodotti come l'acido lattico finisce col provocare la morte cellulare. E L'UOMO? Ma se le cellule sfruttano un altro tipo di zucchero, il fruttosio, queste sgradevoli conseguenze si possono evitare. Quando l'ossigeno scarseggia, le talpe senza pelo rilasciano fruttosio nel sangue che permette di produrre una minima ma costante quantità di energia, sufficiente alla sopravvivenza. Ora gli scienziati si chiedono se anche i campioni umani di apnea siano riusciti ad allenare, col tempo, le proprie cellule a produrre fruttosio, e se non sia proprio questo uno dei loro inconsapevoli segreti.