ANGELO, CHIESTO IL RITO ABBREVIATO
ANGELO, CHIESTO IL RITO ABBREVIATO
Tutti gli imputati hanno chiesto il rito abbreviato, che in caso di condanna comporta la riduzione della pena (di un terzo). Il giudice, Alfredo Cosenza, si è riservato di decidere sulla costituzione delle parti civili, una trentina circa, tra cui quella della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente e, come emerso nell’udienza di oggi, del Comune di Sangineto: una piacevole sorpresa per gli animalisti, che fin dall’inizio avevano sollecitato il sindaco a prendere posizione. Nell’aula, gremita, erano presenti due dei quattro imputati, ovvero Francesco e Luca Bonanata che al loro ingresso in Tribunale sono stati accolti da urla e contestazioni dei rappresentanti delle associazioni che hanno presidiato l’ingresso con striscioni. Assenti, invece, Giuseppe Liparoto e Nicholas Fusaro. I fatti risalgono al 21 giugno dell’anno scorso. Nelle campagne di Sangineto i quattro impiccarono a un albero il cane, un animale mansueto e innocuo, e lo massacrarono a colpi di spranga, solo per divertimento, filmando la scena con un telefonino e diffondendola sui social network. In aula la Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente è stata assistita dall’avv.Claudia Ricci del Foro di Roma, legale anche dell’Enpa, e la presidente nazionale, on. Michela Vittoria Brambilla, è stata rappresentata dalla responsabile regionale dell’associazione, avv. Maria Silvia D’Alessandro. “Gli imputati – spiega l’avv.Ricci – non solo avrebbero seviziato e barbaramente ucciso il povero animale ma si sono pubblicamente vantati del loro gesto criminale riprendendo il tutto con un uno smartphone e pubblicando il relativo video su Facebook. Siamo in presenza di un comportamento di inaudita crudeltà, che desta grande preoccupazione sulla personalità degli imputati, poiché trasforma in motivo di vanto la tortura e le sofferenze imposte a un altro vivente”. Se riconosciuti colpevoli, i presunti aguzzini di Angelo devono essere puniti con una condanna esemplare con tutte le aggravanti del caso e con il riconoscimento della loro pericolosità sociale. “In una regione dove si sono già verificate altre sevizie a danno degli animali, il caso più recente è quello della cagnetta trascinata e data alle fiamme, è fondamentale lanciare un messaggio inequivocabile – conclude la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi – affinché nessuno possa anche solo sperare di godere di una qualche impunità. Dobbiamo dire con chiarezza che i crimini contro gli animali non hanno diritto di cittadinanza nella nostra società”. “I miei assistiti – ha dichiarato l’avv. Alessandro Gaeta, difensore di Fusaro e Liparoto – stanno vivendo con molta sofferenza la vicenda. Si sono resi conto del gravissimo fatto avvenuto e la portata del gesto. Ed è per questo che è maturata la scelta di accedere al rito abbreviato affinché il processo finisca il più veloce possibile e questo non per chiudere la vicenda che nelle loro vite non si chiuderà mai. Siamo consapevoli infatti, che tutto ciò ha segnato per sempre la loro vita. Al termine del processo verrà pareggiato il conto con la giustizia, ma quello con la morale non si chiuderà mai”.